top of page

Le mie recensioni

Parole invisibili di Stefano  Carnicelli

Ho avuto modo di leggere in anteprima Parole Invisibili, l’ultima opera di Stefano Carnicelli.  

Stefano ci regala uno scritto emozionante e, con tutta la classe e la professionalità che lo contraddistingue, ci fa entrare a piccoli passi nel mondo di Achille un bambino autistico, portandoci a vedere, ipoteticamente, il mondo con i suoi occhi; perché si sa che l’autismo è una patologia di cui conosciamo sintomi, comportamenti, possibili cause, ma nessuno può davvero comprendere cosa passa nel cuore e nei pensieri di un bambino autistico; la sua sfera emotiva è sigillata, quasi inaccessibile. Ma un bravo scrittore, con tutto il suo carico emozionale e soprattutto personale, può davvero arrivare a raccontarcelo e Stefano ci riesce bene! Accompagnandoci nel vasto e caotico mondo di Achille, in cui la razionalità cede il passo all'imprevisto, alla fantasia, alla diversità.

La narrazione si può dividere in due parti che camminano in simbiosi, perfettamente allineate. Le figure primarie sono Achille e Lorenza, sua madre, una donna che l’autore descrive con grande delicatezza; una vita travagliata, la sua, un bambino che non voleva arrivare. Anni di visite, cure mediche, tentativi, travagli burocratici per una possibile adozione; poi  inaspettatamente il suo grembo germoglia. Un figlio voluto a tutti costi!  Nato forse dal senso di onnipotenza che spesso pervade la nostra cultura che pretende di avere, anche quando Dio non dà!

i sensi di colpa di Lorenza per la sua scelta; la diagnosi devastante la porteranno a lottare per Achille, senza risparmiarsi, tralasciando tutto, tranne che l’amore per il suo bambino. Lorenza ci farà scoprire la quotidianità di tante madri come lei, ci porterà a conoscere gli iter medici, i viaggi, le speranze, i sacrifici, la continua ricerca di soluzioni, i tentativi, le cure sperimentali e poi ancora la parte scolastica, riabilitativa e le lotte contro enti, istituzioni, contro una società non pronta! Testimonierà le mancanze, il poco supporto sia medico che assistenziale da parte delle nostre istituzioni. Tutto questo grazie all'abile lavoro di ricerca dello scrittore.

 

 Ora che è tempo di sosta di Angela Ambrosini.  

Pirandello citava: “La fantasia abbellisce gli oggetti cingendoli e quasi irraggiandoli d’immagini care. Nell’ oggetto amiamo quel che vi mettiamo noi.”   

La  silloge  mi  riconduce a questo pensiero, forse per l’amore che l’autrice mette tra l’ osservare e il successivo comporre;  nei suoi versi  si avverte forte  la sua personale ricerca espressiva che viaggia, oltre che nei suoi  ricordi, anche attraverso fotografie, dipinti e oggetti vari;  l’immagine diviene fulcro creativo in quest’ opera e, tramite essa, la poetessa si racconta in liriche minuziose che descrivono, riportano alla vita ciò che gli occhi e il suo cuore han visto e vissuto per prima.  Il titolo di questa silloge: “Ora che è tempo di sosta”,  mi fa pensare appunto all’ accuratezza del suo scrivere che con calma e fermezza, riporta descrizioni e stati d’animo di grande impatto su queste pagine. Una raccolta, a mio avviso, che  va letta con  la   cura ed  attenzione necessarie, in questo caso,  per comprendere il senso più profondo di queste liriche;  visto che ci troviamo di fronte ad una “mano”elegante, delicata ma nel contempo complessa.

Un  linguaggio puntuale, il suo: nessuna parola è stata lasciata al caso,  sempre ponderata, curata, quasi adagiata sulla carta

Versi Liberati  di Nuccio  Castellino

Pensieri che vivono fantasticando, bramando risposte alle mille celate domande di un uomo che racconta, tramite la sua penna, dubbi, paure, passioni e speranze sull'amore a lui caro, atteso, bramato, vissuto e perso. 

Liriche in cui l’amore diviene  protagonista in tutte le sue innumerevoli sfaccettature.  

i  versi del poeta scorrono liberi  su  queste pagine, ognuno con il suo giusto tempo. Sono come un fluir di acque, in certi versi calmi  in altre impetuosi e forti. Castellino ricama d’estro ogni  sua  parola, regalandoci colorati pensieri. L’autore  con la  sua  fantasia disarmante ci trascina in versi  ricchi di particolari che rendono l’immaginario, così reale,  descrivendo  con cura e minuzia ogni passaggio che,  seppur nella sua  sintesi, ci rende partecipi  di  ciò che il poeta, nel suo inconscio, vede e racconta. 

La raccolta è suddivisa in quattro parti dedicate alle quattro stagioni.

 

Paesaggi dell' anima di Teresa Spera

 

Laddove non arriva altro, arrivi tu Poesia

a farmi danzare l’anima… e sono oltre.

Teresa Spera

 

La sua poesia è un volo libero nell'incontaminato giardino della sua anima.

L’autrice riporta su carta il suo canto. “Cantando la tua presenza in me …” cita in un suo verso e forse è proprio questa sua gratitudine, questo suo amore per il Divino a spingere alla creazione di queste liriche dove la bellezza e le radici della vita vengono esaltate nella pienezza del sentimento.

Poesie che inducono alla totalità dell’esistere, creando nel collettivo sprazzi di luce a rischiarare i pensieri, portando così i lettori alla riflessione sui veri ed essenziali valori umani. 

Le liriche sono incentrate sugli elementi saldi della vita umana, le poche ma fondamentali radici dell’esistere.

Io  non amo di Jacopo Lupi ( Lupi Editore)

 E  se il nostro inconscio prendesse il sopravvento, portandoci ad agire solo con i nostri istinti? Sfogando le nostre paure, perversioni nascoste, spesso castigate dal raziocinio di una società che impone che giudica che vuole! Ma noi realmente cosa vogliamo? L’autore ci porta a riflettere, su questo, accompagnandoci in un viaggio letterario al limite del possibile, dove tutto è stato vissuto o forse no… “Essere se stessi è un lusso che non c’è dato avere!” cita l’autore. E in queste parole trovo la chiave di lettura di quest’opera in cui si evidenzia la necessità di vivere le emozioni nella propria unicità. In questo caso, giungendo fino a reprimere l’imposizione più dolce e cara, quella dell’essere amati. Ma può un uomo avere timore dell'amore a tal punto da portarlo alla follia estrema? Conducendolo in giorni vuoti, assenti dal cuore, in cui tutto scorre senza costruire e l’autodistruzione appare ormai prossima. Tutto questo per scappare da quel sentimento tanto temuto e forse quello che in fondo lo avrebbe salvato. In cambio poi di cosa, di una vita libera, perversa senza responsabilità?

Raccontami il mare che hai dentro di Paola Nicoletti

 Una ventata di energia da far invidia direttamente al Sole; ebbene sì, in questa narrazione si avverte forte la vitalità di quest’autrice, una donna, una mamma, che ha saputo trasformare un destino avverso, in una grande opportunità di crescita e di rivisitazione di cosa è in fondo la vita, di cosa davvero conta!  Perché chi è mamma, e molte qui mi capiranno, di un figlio speciale, sa quanto tutto si modifica intorno a noi, quanto la normalità, considerata tale; diviene un’utopia e si vive di attimi, di speranze, di paure, di giorni infiniti, di disperazione, di stanchezza, di ribellione, di rabbia, di dolore a volte di abbandono. Si vive alla giornata, si vive di soluzioni che non arriveranno mai, di domande, d’ipotesi, di dubbi, di continue ricerche, di sensi di colpa. Si vive per trovare una risposta a quella domanda che tutte noi, mamme di figli speciali, almeno una volta, nella vita, ci siamo fatte: dove ho sbagliato?

 Il sole non deve morire (Solitudini alla ricerca della felicità) di Giorgio Cattarulla edito dalla Ctl Editore.

 

Dicono che la vita sia fatta di stagioni.  V’è il tempo dell’infanzia, della giovinezza, della maturità e infine della vecchiaia. Sono stati esistenziali differenti, legati però ad ognuno di noi, che si alternano, modificando il nostro cammino,  il nostro cuore, aspetto e pensiero. Ogni passaggio è fondamentale per la nostra evoluzione, per apprendere, meglio, il viaggio a noi concesso.Camminando negli anni si cambia, si lasciano dietro i ricordi, le gioie, i sogni e si  porta  avanti  quel che si è maturato, costruito, appreso nel tempo che sembra sempre un po’ meno…

Ed è durante l’ultima stagione di questa vita  che  viene ambientato Il sole non deve morire;  un romanzo che 

 Narciso e Boccadoro di Hermann Hesse

 

E come ogni volta che mi imbatto in un suo scritto, non posso che definire i suoi libri “vivi”. La sua penna non racconta solamente una  storia, ma la crea innanzi a noi, plasmandola, rendendola così  forte e vitale,  grazie  alle  superbe  descrizioni  che  ci portano a camminare  in quei boschi da lui descritti, respirare a fondo il passaggio delle stagioni:  dal  lento cadere della neve, il freddo  pungente, alla carezza dei primi tiepidi raggi  di sole  fino a scorger  il colore dei campi di grano  maturo e il profumo inebriante  della vita e l’odor acre della morte  ed Hesse in questo è un mago in grado di rapire ogni nostro senso.

Narciso e Boccadoro

Questa narrazione ci porta innanzi due figure apparentemente diverse ma legate (a parer mio)  da una profonda solitudine che in qualche modo li condurrà sempre a ritrovarsi.

Due uomini  con strade diverse:  Narciso, la vocazione allo spirito al divino, al sacrificio. Una  vita spesa nello studio, nella dottrina, nell’amore per lo spirito e forse  dimentico dell’amore per l’uomo e per la vita.

Molte delle mie recensioni le trovate sul Blog Oltre Scrittura Liberi Pensatori  Crescono

Se vuoi farmi recensire il tuo libro  

bottom of page